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Il gusto di cambiare

“LE URGENZE DELLA CONTEMPORANEITÀ” – IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Quello con Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, è il primo dei quattro incontri del filone “Le urgenze della contemporaneità” che quest’anno abbiamo sviluppato all’interno del Laboratorio di Resistenza.

Il tema da lui trattato è quello del cambiamento climatico.

In primavera Petrini ha pubblicato, insieme a Gaël Giraud, economista e teologo, “Il gusto di cambiare. La transizione ecologica come via per la felicità”, un dialogo illuminante, piacevole, ricco di stimoli e di soluzioni pratiche per poter partecipare attivamente a un’idea di futuro sostenibile.

Un tema trattato in modo divulgativo da due intellettuali del nostro tempo, visionari e capaci di coinvolgere il lettore in un viaggio che deve essere intrapreso.

Due intellettuali e attivisti con formazione, biografie e traiettorie di vita molto diverse.

Da una parte il colto economista gesuita, esperto di questioni ambientali e docente alla Georgetown University di Washington.

Dall’altra l’ex sessantottino agnostico, gastronomo noto in tutto il mondo. Da una parte l’inventore della formula della “transizione ecologica” e dall’altra l’ideatore di un brand planetario della sostenibilità come Slow Food e della rete mondiale di Terra Madre nel nome del buon cibo e del buon vivere. Due personaggi chiave della nostra contemporaneità capaci di disegnare un futuro nuovo, ma possibile e alla portata di tutti.

La transizione verso una società più giusta e coesa in fondo non è niente di impossibile, concordano Giraud e Petrini. E soprattutto non si fonda né su sacrifici, né su privazioni.

Tutt’altro: la storia mette le generazioni contemporanee di fronte alla possibilità di riempire di giustizia, senso e felicità le nostre vite. Non coglierla sarebbe ingiusto, in primis nei confronti di noi stessi nella doppia accezione di individui e di membri di una comunità più larga. E, soprattutto renderebbe più infelici noi, i nostri figli e le generazioni a venire.

Due sono i punti di partenza di questo ragionamento: come scegliamo di nutrirci, come scegliamo di comportarci all’interno del sistema economico finanziario. Che, insegnano Giraud e Petrini, sono le facce speculari della stessa medaglia. E forse della stessa rivoluzione culturale e sociale che va sotto il nome di transizione ecologica.

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